Le molteplici sfide globali che si presentano in questo decennio, come il cambiamento climatico, la crisi della biodiversità o l’erosione della coesione sociale esigono soluzioni su larga scala. Attualmente è in atto un cambiamento di paradigma nel modo di intendere l’ambiente e la sostenibilità. Stiamo passando dalla semplice sostenibilità alla sostenibilità riparativa (restorative) e alla sostenibilità rigenerativa (regenerative). In questo post spieghiamo cos’è l’economia rigenerativa, il modello che si sta affermando come alternativa al nostro sistema economico attuale per rispondere alle sue problematiche ambientali, sociali ed economiche.
La dipendenza dalla crescita e l’accelerazione dell’utilizzo delle risorse materiali
È stato dimostrato che lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali conduce inevitabilmente a un calo della crescita economica, poiché compromette la capacità delle generazioni future di utilizzare tali risorse. Alcuni degli impatti negativi messi in evidenza riguardano i problemi di approvvigionamento dei prodotti alimentari, il deterioramento degli ecosistemi o l’aumento dei “pericoli per la salute e i rischi di disastri naturali”. Come se non bastasse, le industrie estrattive sono altamente inquinanti. Esse sono infatti responsabili della metà delle emissioni di carbonio nel mondo e di oltre l’80% della perdita di biodiversità. Questo è quanto emerge dal rapporto ambientale più completo realizzato per l’industria mineraria e l’agricoltura.
Ciononostante, la dipendenza dalle risorse materiali non ha fatto che aumentare. Ne è una prova il fatto che l’estrazione di risorse naturali, misurata in tonnellate, aumenta ogni anno a un tasso medio del 3,2%. Questo significa che la velocità di estrazione è tre volte superiore a quella del 1970, sebbene la popolazione sia solo raddoppiata in questo periodo.
Questa accelerazione nell’uso delle risorse materiali va di pari passo con la dipendenza dalla crescita. Oggigiorno, misuriamo lo sviluppo delle diverse economie in base al PIL, un indicatore che viene estrapolato per quantificare il progresso di una società. Tuttavia, il PIL ha una correlazione problematica con altri parametri che sono negativi per l’ambiente. La crescita del PIL è direttamente collegata all’aumento dell’estrazione di materiali e alla crescita delle emissioni di gas a effetto serra (GHG).
Per garantire la salvaguardia dell’ambiente e migliorare la qualità della vita in modo inclusivo, è necessario ridurre sia le emissioni di gas a effetto serra che l’impronta materiale. L’organizzazione Climate for Change e l’Agenzia europea per l’ambiente sostengono la necessità di agire mettendo in atto un cambiamento sistemico:
La “Grande Accelerazione”, attualmente in corso, della perdita di biodiversità, del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di capitale naturale è strettamente legata alle attività economiche e alla crescita economica. L’economia della ciambella, la post-crescita e la decrescita si presentano come alternative alla concezione tradizionale di crescita economica, in grado di apportare un valore aggiunto.
Fonte: Climate of Change (2021). Towards a wellbeing economy that serves people and nature, p.27.
In questo contesto, gli approcci come l’economia della ciambella, la post-crescita e la decrescita assumono una rilevanza particolare. Allo stesso modo, l’economia rigenerativa e distributiva è un altro strumento per porre un freno ai modelli estrattivi, che sono tanto deleteri per il pianeta.
Principi dell’economia rigenerativa
L’economia rigenerativa, conosciuta anche come capitalismo rigenerativo, è un’idea innovativa che studia modi per adattare e cambiare il nostro modello economico attuale. Essa mira a creare un’economia in cui “si rispettino l’ecosistema planetario e le sue risorse, non sfruttandole oltre i limiti che danneggiano la salute del pianeta, e in cui gli esseri umani possano raggiungere il loro pieno potenziale attraverso uno sviluppo e una crescita costanti”. L’economia rigenerativa impone di ripensare in modo diverso l’azione dell’uomo sull’ambiente. È una base per il buon governo, la stabilità sociale e un’economia che sia in equilibrio con l’ambiente.
Per questo, tra i principi dell’economia rigenerativa vi sono:
● Empowerment partecipativo
● Circolarità e sobrietà nell’uso delle risorse naturali
● Economia locale e consapevolezza della comunità
● Cooperazione invece di competizione
● Prosperità che rispetti i limiti del pianeta e la tutela della natura
Questo modello di economia auspica che i Paesi, le aziende, gli investitori e i consumatori adottino un approccio nature positive, il quale consente di limitare i danni delle nostre attività economiche focalizzandosi sul ripristino e sulla protezione degli ecosistemi. Un approccio positivo nei confronti della natura arricchisce la biodiversità, cattura il carbonio, purifica l’acqua e riduce i rischi futuri di pandemia, tra gli altri benefici.
Cos’è un’azienda rigenerativa
Le aziende rigenerative si distinguono per la considerazione di concetti quali l’umanità e la natura, che vengono posti al centro dei loro processi decisionali e delle loro strategie. Ma a quali risultati tangibili conduce tutto ciò?
Queste aziende analizzano il loro intero portfolio di prodotti, valutano i modi più efficaci per rendere ciascuno di essi nature positive, combinano criteri economici, ambientali e sociali per generare soluzioni partendo da prospettive innovative.
Le aziende rigenerative mirano ad avere un impatto positivo sulla società, trasformano interamente i modelli tradizionali, adottano nuove modalità di creazione e sviluppo dei loro prodotti o servizi per creare valore. E in tutto questo, pongono sempre la sostenibilità al centro dei loro processi.
Altri concetti rilevanti da tenere in considerazione
Oltre al modello economico rigenerativo, esistono altri concetti rilevanti che abbiamo menzionato in questo articolo e che sono i seguenti:
Degrowth o teoria della decrescita
Fa riferimento a un modello economico post-crescita. Questo sarebbe attuabile attraverso una riduzione pianificata e democratica della produzione e del consumo nelle regioni più ricche e inquinanti del mondo. Il modello della decrescita fa appello alla sufficienza e sostiene che comprare e vendere meno cose rappresenta un percorso più rapido e sicuro verso la sostenibilità ecologica. In questo modo sarebbe possibile ridurre le pressioni ambientali e le disuguaglianze, migliorando al contempo il benessere.
Teoria della ciambella
Questa teoria è stata elaborata dall’economista britannica Kate Raworth in un rapporto pubblicato da Oxfam nel 2012. Essa propone un nuovo modello economico umanista basato su due premesse:
● Va eliminata la povertà nel mondo.
● È necessario porre fine all’estrazione in un mondo che ha risorse limitate.
Il nome deriva dalla sua rappresentazione grafica che ha la forma di una ciambella. Il cerchio centrale è la base sociale, il cerchio esterno è il tetto ecologico e la parte centrale è lo spazio in cui l’umanità può progredire se vengono rispettati i limiti del pianeta. I due cerchi coincidono con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030.
Economia circolare
L’economia circolare è un modello economico che prevede processi industriali e attività economiche riparative o rigenerative. Si basa sul riciclo, sul riutilizzo e sulla riduzione delle risorse in uso.
In sintesi, non è più sufficiente avere a cuore la sostenibilità. Ora, è l’economia rigenerativa a indicare la strada per un mondo più ecosostenibile. Se vuoi portare la tua sostenibilità a un altro livello, contattaci.
Iscriviti al nostro hub di risorse per tenerti al corrente sulle ultime tendenze del settore