La sostenibilità nel settore imprenditoriale è nel mirino dell’Unione Europea. Questa ha, di recente, iniziato a incorporare criteri ambientali che esulano dalla sfera economica. In questo contesto si inserisce l’approvazione del regolamento SFDR come politica da adottare. Questo articolo analizza tutti gli aspetti chiave relativi ai suoi obiettivi e requisiti.
Cos’è il SFDR?
SFDR è il regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, che impone degli standard minimi per le azioni di comunicazione aziendale. Esso costituisce un quadro di riferimento per la divulgazione trasparente dei progressi aziendali in materia di sviluppo sostenibile. A tal fine, vengono definiti standard, pratiche e parametri specializzati.
Questo è quanto emerge dal report Future of Sustainability in Investment Management: From Ideas to Reality, pubblicato dal CFA Institute nel 2020. La finanza riconosce sempre più la sostenibilità come criterio fondamentale. Per questo motivo, le autorità europee hanno creato questa guida alla trasparenza nell’ambito del piano d’azione dell’UE.
Il regolamento è entrato in vigore nel 2019, per poi iniziare ad essere applicato dal 10 marzo 2021. Successivamente, sono state effettuate due ulteriori pubblicazioni, essenziali oggi per comprendere il regolamento SFDR e il suo contenuto:
- Nel 2022 è stato introdotto il concetto di PAI (principali effetti negativi, dall’inglese Principal Adverse Sustainability Incidents).
- Nel 2023 i PAI sono stati riclassificati e alle aziende è stato imposto di raccogliere i dati a partire da gennaio.
L’osservanza di questo regolamento comporterà un miglioramento della trasparenza e della finanza sostenibile. È indispensabile che i mercati avversi riportino i rischi per lo sviluppo sostenibile, poiché questo permetterà agli investitori di finanziare le proposte più rispettose dell’ambiente.
Uno dei principali vantaggi di questa politica è la maggiore responsabilità nelle decisioni finanziarie. La speranza è quella di riorientare progressivamente il panorama degli investimenti dell’Unione Europea, con la conseguenza che le aziende con una maggiore impronta ecologica diventeranno più attraenti per gli investitori.
Quali sono gli obiettivi del SFDR?
Il greenwashing, una delle pratiche più controverse, è stato per anni al centro dell’attenzione delle istituzioni europee. Molte aziende alteravano i loro report per dare l’immagine di essere impegnate nella tutela dell’ambiente. Il regolamento SFDR è nato con l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento per prevenire questa pratica.
Un altro obiettivo è quello di correlare le decisioni di investimento con gli obiettivi di sostenibilità. Si mira a trasmettere questo valore alle imprese attraverso un nuovo modo di ottenere un ritorno economico. In aggiunta ai finanziamenti pubblici a coloro che mettono in atto una transizione ecologica, questo sistema servirà ad attrarre finanziamenti privati.
L’identificazione degli obiettivi e il ragionamento sociale costituiscono una terza motivazione. Viene proposta l’integrazione di fattori che finora sono rimasti in secondo piano. Tra questi, la lotta alla corruzione, il benessere dei lavoratori e altri fattori che rappresentano una scelta socialmente responsabile.
A chi si applica il regolamento SFDR?
Le autorità dell’UE hanno incluso un vasto numero di organizzazioni nelle linee guida per il reporting SFDR. I consulenti finanziari e tutti gli operatori del mercato devono seguirle. Lo stesso vale per le imprese di investimento, gli istituti di credito, i grandi proprietari di asset e i gestori di portafoglio.
Anche le entità che gestiscono fondi di investimento o pensionistici, così come le compagnie di assicurazione, devono adottare queste politiche. Qualsiasi azienda può accedere a questo strumento per definire e comunicare i propri obiettivi socialmente responsabili in modo standardizzato.
Per quanto riguarda l’impatto potenziale per l’azienda, è di fondamentale importanza che essa comunichi in che modo si occupa della questione climatica. Ciò significa che le aziende dovranno adottare il quadro di riferimento per promuovere la trasmissione di criteri ecologici ed etici. Dovranno inoltre riferire, in linea con i propri obiettivi aziendali, in che modo li stanno perseguendo.
Quando un’entità realizza o gestisce un prodotto sostenibile, deve approfondire l’implementazione di questi criteri. Ad esempio, le società di investimenti devono chiarire quali prodotti hanno un maggiore impatto ambientale. A tal fine, è cruciale la comunicazione dell’azienda con gli asset coinvolti in ciascun fondo.
Una delle questioni di maggior difficoltà per le imprese è la distribuzione di ogni attività. Quando si comunica la posizione dell’azienda in merito alla sostenibilità, ogni azione deve essere classificata su diversi livelli. In questo modo, è possibile specificare il grado di impegno con cui viene gestita la questione ambientale.
Cosa sono i PAI?
I principali effetti negativi (PAI, Principal Adverse Impacts) costituiscono il KPI più importante. Sono gli effetti negativi che l’attività di un’azienda può avere sulla sostenibilità. In altre parole, quei punti in cui l’azienda, per sua natura, si discosta dalle richieste della società.
La loro funzione è quella di fungere da meccanismo deterrente nei settori della consulenza, della pianificazione e della scelta finanziaria. Mirano a sensibilizzare gli investitori sulle conseguenze di un’allocazione negligente del capitale. Esistono 64 indicatori, in base all’ultimo aggiornamento del 2023, che si dividono in due tipi: obbligatori e facoltativi.
Ciascuno di essi è suddiviso in due rami: sociale e ambientale. Possono essere classificati anche in base al loro ambito di azione, che può essere sovrano, aziendale o immobiliare. Lo scopo è quello di allinearsi alle aspettative del mercato finanziario, per sostituire sempre di più la redditività.
Classificazione degli investimenti in base al SFDR
Stando al report Final Report on draft Regulatory Technical Standards, pubblicato dalla European Securities and Markets Authority nel 2021, esistono degli indicatori fondamentali. Tra questi, emergono le emissioni di gas a effetto serra o lo sfruttamento di combustibili fossili.
La presenza o assenza di aspetti legati a quelli summenzionati implica che un prodotto d’investimento rientri in una delle tre seguenti categorie.
Articolo 6. Prodotti che integrano rischi di sostenibilità
Classificati come Articolo 6, rappresentano un rischio per il raggiungimento degli obiettivi ambientali. Sono indicati con il colore grigio e devono essere riportati in un report trasparente.
Articolo 8. Prodotti che promuovono caratteristiche di sostenibilità
Classificati come Articolo 8, promuovono obiettivi non riconosciuti dalla normativa della Commissione Europea. Tuttavia, possono contribuire in qualche misura al raggiungimento della sostenibilità.
Articolo 9. Prodotti con un obiettivo di investimento sostenibile
Con la denominazione di Articolo 9, sono in linea con la strategia ambientale della Commissione Europea. Seguono principi responsabili e hanno adottato pratiche conformi alla tassonomia dell’Unione Europea.
Requisiti del regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari
Secondo le linee guida dell’UE, le aziende devono riferire periodicamente sul modo in cui gestiscono le diverse tematiche. Questi sono i requisiti per redigere un report conforme al quadro normativo previsto dal regolamento:
- I rischi che il processo decisionale o la consulenza sugli investimenti possono comportare per la sostenibilità.
- I principali effetti negativi presenti all’interno dell’azienda.
- Inclusione del rischio di sostenibilità nelle politiche retributive.
- Informazioni precontrattuali legate all’andamento di un investimento.
Per quanto riguarda i prodotti, si prevedono tre livelli cromatici che indicano la promozione o meno di principi ambientali.
Come adempiere al regolamento SFDR?
Con la pubblicazione del 2023, è stato approvato un arco temporale al quale le imprese devono attenersi. Ci sono alcune date che vanno rispettate:
- 1 gennaio 2023. Inizio del secondo periodo di riferimento (noto come livello 2). L’obiettivo è di prolungarlo fino al 31 dicembre di quest’anno. Le imprese interessate devono raccogliere fin da ora le informazioni che dovranno poi essere tradotte in dati trasparenti.
- 30 giugno 2023. È la data limite per la comunicazione dei risultati dopo l’emissione dei report per il primo periodo di riferimento (dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022). Vanno integrati i principi sociali e ambientali che evidenziano le prestazioni dell’azienda.
- 30 giugno 2024. Data ultima per la presentazione dei risultati del secondo periodo di riferimento. È necessario seguire gli standard SFDR come regolamento. Parallelamente, inizia il periodo in cui si possono confrontare i due report e stabilire se ci sono stati sviluppi positivi.
Tre valori guideranno l’applicazione e la definizione dei KPI in ogni azienda:
- Obiettivi sostenibili. Devono riflettere quale cammino l’azienda intenda seguire, con quali motivazioni e in che modo.
- Azioni sostenibili. Insieme di azioni che l’azienda intraprenderà per adottare una politica socialmente responsabile.
- Processi di monitoraggio. Misure tese a verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi e il loro rapporto nel tempo rispetto alle previsioni.
In definitiva, il regolamento SFDR aggiunge una nuova prospettiva alla realtà imprenditoriale. La redditività delle imprese non si basa più solo sulla loro capacità di produrre, ma integra anche aspetti etici e sostenibili. Il futuro, ancora una volta, si presenta come una fase di cambiamenti che, presto o tardi, dovranno essere integrati nell’impresa.
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